Massimo Stecchi
Diario d’azzurro
A cura di Attilio Spanò
23 aprile – 5 maggio 2022
Il Museo Diocesano Francesco Gonzaga, con particolare attenzione segue l’evoluzione dell’arte contemporanea. A cura di Attilio Spanò viene ospitata questa mostra che lo stesso critico definisce “una continua operazione mnemonica. Sulla tela si concretizzano figure frammentate che dialogano con memorie individuali, scatenando reazioni collettive di ricerca affannosa di altrettante esperienze personali. In questo senso la pittura di Massimo Stecchi è un esercizio poetico, travalica i confini dell’esperienza personale per lasciare emergere l’ethos di un’epoca, di un luogo, di epoche e di luoghi. Non è la passione che dirige la mano dell’artista, è la consapevolezza“.
Brevi note biografiche sull’autore
Massimo Stecchi nasce a Siena nel 1954. Esordisce negli anni ‘80 disegnando vignette satiriche e illustrando racconti e manifesti per alcuni quo- tidiani e periodici locali. Successivamente affina l’uso del colore frequentando la bottega d’arte del maestro Alì Hassoun, e nel contempo coordina il laboratorio di disegno di nudo del Centro Culturale “La corte dei Miracoli” di Siena.
I temi delle sue opere variano col tempo: dalle monumentali figure femminili alla danza, dai movimenti della corrida a quelli del tango, dagli angeli musicanti alla serie del “Protocollo equino”, che ha come soggetto il cavallo, piccola fi- gura che si ripete sempre uguale ma diversa nel colore.
Recentemente ha affrontato il tema della maternità, ispirandosi anche alla Madonna dei Francescani di Duccio, ed ha rievocato il soggetto della Deposizione dalla Croce per trattare la tragedia dei migranti. Queste opere si rifanno dichiaratamente a Pontormo o a Rosso Fiorentino per trovare una chiave di lettura conosciuta e vicina al sentire comune.
Riconoscibile in ogni quadro la forza del colore, suo tratto distintivo, che si concretizza per mezzo della spatola, ad esaltare la materia rendendola vibrante e piena; spesso il fondo a frammenti, quasi fosse dipinto su legno, nasconde parte del soggetto fino a diventare egli stesso soggetto.
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