Liberio Furlini

Un Universo di Arte senza tempo

dal 1 novembre al 10 dicembre 2023

Sala bianca

“Il museo diocesano “Francesco Gonzaga” ospita in modo permanente capolavori dell’arte antica e moderna testimonianti la cultura e la storia locale, ma ha dedicato, soprattutto negli ultimi anni, una grande attenzione nei confronti di artisti contemporanei allestendo molte esposizioni. Promuovere il patrimonio artistico in tutte le sue forme ed espressioni è una prerogativa che il museo intende perseguire nella convinzione che l’arte sia in grado di creare un dialogo tra il passato e il presente.

La scelta singolare di riprodurre e riproporre la pittura rupestre porta programmaticamente Liberio Furlini al ritorno a un passato remoto, a una preistoria, che in fin dei conti si è protratta nella storia fino alla prima rivoluzione industriale, in cui il ritmo della vita era dettato da quello delle stagioni; in cui il rapporto con gli animali era basilare per l’uomo, essendo quelli il fondamento del suo sostentamento. Ma anche simboli spesso totemici di forza e di pulsione vitale.

Una sorta di invito di pietra al recupero della consapevolezza dell’importanza del rapporto con la natura quello rivolto dall’artista trentino agli osservatori contemporanei. Recupero che deve passare necessariamente anche dalla sintonia con il territorio che si abita, come dimostra la scelta di dipingere su rocce tipiche della sua regione, quali il porfido e il granito.

Per ulteriori informazioni http://www.liberiofurlini.it/

 

 

La biografia dell’artista

Liberio Furlini (1950) è nato a Riva del Garda, lavora a Trento e risiede a Lavis ma la sua patria è il Bleggio, nelle Giudicarie. Allievo da ragazzino di Luigi Senesi e più tardi di Gelsomina Bassetti ma sostanzialmente autodidatta, è stato attratto dall’arte fin da giovane. Ha iniziato a dipingere dopo il 1989 realizzando murales ed affreschi. Con passione, impegno e determinazione ha presto allargato l’ambito delle tecniche pittoriche che è in grado di padroneggiare: tempera, terre naturali, acrilico, ossidi, olio, complessi interventi di sabbia, gesso, polvere di marmo, stucco a calce; e pure quello dei supporti utilizzati: tela e truciolato, ma anche intonaco e granito. Numerosi, in tutto il Trentino e lontano dalle sue terre (Abruzzo, Marche, Lazio, Svizzera, Francia …) gli interventi murali e le mostre personali, tutti con significativi successi. Pittura tradizionalmente figurativa, la sua: temi trattati quelli ancestrali quali fiori e alberi, paesaggi agresti, l’uomo impegnato nei mestieri tradizionali della campagna e della montagna. Lo spirito che aleggia è pacato, di pace, un silenzioso, assoluto senso di serenità, privo di smancerie nostalgiche o di astorica compassione, supportato invece da una conoscenza diretta dei luoghi e delle persone, della fatica e delle preoccupazioni. Una pittura la sua vicina alla gente, che respira col mondo. Nella produzione più recente Furlini ha coltivato queste tematiche a lui più solite e care declinandole però attraverso un’inedita e rara valenza simbolica che ne esalta la dimensione altamente poetica. Animali e montagne, dettagli architettonici e persone, boschi e laghi sono sempre più determinati ed essenziali, e con ciò efficaci nell’esprimere il loro valore assoluto. Fondamentale, in tali lavori, un uso dei colori ancora più sapiente, in grado di osare accostamenti arditi tali da sostenere inquadrature inattese e coraggiose, fra sfondi lontani e primi piani prepotenti.”

Pietro Marsilli

 

 

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Liberio Furlini “un universo di arte senza tempo” dal 1 novembre
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